
Introduzione
La vitamina D è uno degli integratori più discussi tra chi convive con la sclerosi multipla (SM).
In rete si trovano promesse di “cura naturale” e protocolli miracolosi, ma cosa mostrano davvero le meta-analisi pubblicate su PubMed?
In questo articolo analizziamo le evidenze scientifiche più solide, chiarendo benefici reali, limiti e rischi.
Vitamina D e rischio di sviluppare sclerosi multipla
Una recente meta-analisi osservazionale ha mostrato che la carenza di vitamina D è associata a un rischio aumentato del 54% di sviluppare SM (OR 1,54).
Questo conferma che mantenere adeguati livelli sierici di vitamina D rappresenta un fattore di protezione importante nelle fasi precoci o pre-diagnosi.
Integrazione di vitamina D nella SM: i risultati delle meta-analisi
Le evidenze sono contrastanti.
- Meta-analisi 2024: la supplementazione con vitamina D₃ non ha avuto effetti significativi su disabilità (EDSS), ricadute o nuove lesioni T2.
- Meta-analisi 2025 su 21 studi e 1.903 pazienti: ha rilevato benefici modesti ma significativi, con una riduzione dell’EDSS (−0,17), delle ricadute (OR 0,66) e delle nuove lesioni T2 (−0,48). Tuttavia, non sono emersi effetti su fatigue o qualità della vita.
In sintesi: la vitamina D non è una cura, ma può contribuire a modulare in parte la progressione della SM.
Fatigue e vitamina D: un aiuto, seppur piccolo
La fatica è uno dei sintomi più debilitanti nella SM.
Una meta-analisi del 2023, che ha incluso diversi RCT, ha documentato una riduzione lieve ma significativa della fatigue (effect size −0,18).
Si tratta di un beneficio piccolo, ma concreto per chi cerca strategie quotidiane di gestione.
Meta-analisi contrastanti: quando la vitamina D non mostra effetti
Diversi studi non hanno trovato risultati positivi significativi:
- Meta-analisi del 2018: nessun effetto su EDSS o tasso annuale di ricadute.
- Meta-analisi del 2019: assenza di impatto su EDSS.
- Revisione del 2013: nessuna riduzione significativa delle ricadute con dosi elevate.
Questi dati confermano che la vitamina D va considerata parte di un approccio integrato (terapie, nutrizione, movimento), non come unica strategia.
Il Protocollo Coimbra: perché è controverso
Il Protocollo Coimbra propone dosaggi estremamente elevati di vitamina D (fino a 1.000 UI/kg al giorno).
Ad oggi:
- Non esistono meta-analisi PubMed che ne dimostrino l’efficacia nella SM.
- Uno studio su 319 pazienti con diverse malattie autoimmuni ha riportato parametri di sicurezza accettabili solo con una dieta a bassissimo contenuto di calcio e idratazione forzata.
- Sono documentati rischi seri: ipercalcemia, danno renale, complicanze cardiovascolari.
Il Protocollo Coimbra resta quindi non supportato da solide evidenze scientifiche e potenzialmente pericoloso.
Riepilogo delle evidenze
Aspetto | Evidenza scientifica |
---|---|
Rischio di sviluppare SM | Maggiore in presenza di bassi livelli di vitamina D |
Disabilità (EDSS) e ricadute | Benefici modesti e significativi in alcune meta-analisi |
Fatigue | Piccola riduzione significativa |
Qualità della vita | Nessun effetto dimostrato |
Protocollo Coimbra | Non supportato, rischioso |
Strategie pratiche e sicure
- Controllare i livelli ematici di 25(OH)D, mantenendoli tra 30 e 50 ng/mL.
- Esporsi al sole regolarmente (quando possibile e in sicurezza).
- Integrare solo sotto supervisione medica, evitando megadosi fai-da-te.
- Alimentazione bilanciata e movimento: pilastri fondamentali che interagiscono con il metabolismo della vitamina D.
- Ricorda: la vitamina D è un alleato, non una cura miracolosa.
Conclusione
La vitamina D ha un ruolo importante nella SM, soprattutto come fattore protettivo e come supporto secondario nella gestione della fatigue e della progressione.
I benefici, però, sono modesti e non sostituiscono le terapie di riferimento.
Il Protocollo Coimbra, invece, resta privo di solide evidenze e comporta rischi rilevanti.
Se desideri un percorso personalizzato e sicuro, che integri nutrizione, allenamento e gestione consapevole della vitamina D, scrivimi: ti accompagnerò passo dopo passo con competenza e umanità.
Fonti
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- Wu XY, Guo JP, Yan Y, et al. The efficacy of vitamin D supplementation on disease activity control in patients with multiple sclerosis: a meta-analysis of randomized controlled trials. J Clin Neurosci. 2019;68:13-18. PMID: 31669929.
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- Miclea A, Bagnoud M, Chan A, et al. Vitamin D supplementation in multiple sclerosis: A critical analysis of clinical trials. Ther Adv Neurol Disord. 2020;13:1756286420935015. PMID: 32685162.
- Carvalho JTG, Schneider L, Cuppari L, et al. Safety of High-Dose Vitamin D3 Supplementation in Patients with Autoimmune Diseases Undergoing the ‘Coimbra Protocol’. Nutrients. 2022;14(9):1818. PMID: 35458137.
- Tebben PJ, Singh RJ, Kumar R. Vitamin D-mediated hypercalcemia: mechanisms, diagnosis, and treatment. Endocr Rev. 2016;37(5):521-547. PMID: 27413147.
Avrei specificato che è sufficiente un’esposizione al sole di 20′ ai fini della Vitamina D, in quanto lunghe esposizioni, specie d’estate, possono essere controproducenti per altri aspetti, per chi convive con la SM. Delle valide indicazioni, per il resto; anche chiare, dirette, sintetiche e schematiche.
Grazie del commento, hai perfettamente ragione anche se il focus voleva più essere a livello generale, grazie del suggerimento.