Dieta antinfiammatoria? Cibi pro-infiammatori? Ti stanno confondendo.

Spoiler: non esistono cibi “anti-infiammatori” miracolosi, né alimenti “pro-infiammatori” da demonizzare. Esistono contesti. Esistono quantità. Esiste uno stile di vita.

Parlare di alimenti “antinfiammatori” è scorretto. E anche pericoloso.

Negli ultimi anni, il termine “dieta antinfiammatoria” è diventato un tormentone. Lo trovi nei post su Instagram, nei video su TikTok, nelle copertine delle riviste. Ma c’è un problema: è un termine fuorviante, non scientificamente fondato in senso assoluto.

Sì, esistono pattern alimentari associati a un ridotto stato infiammatorio sistemico — ma da qui a classificare i singoli cibi come “antinfiammatori” o “pro-infiammatori” in modo rigido ce ne passa.

Il contesto è tutto. Il problema non è il cibo, è lo stile di vita.

Mangiare una pizza o un gelato non crea infiammazione cronica. Né ti fa ammalare. A farlo, semmai, è uno stile di vita sedentario, l’eccesso di grasso viscerale, la cronica mancanza di sonno, lo stress mal gestito.

Un corpo normopeso, attivo e nutrito in modo vario e bilanciato, gestisce perfettamente anche gli “sgarri”. Anzi: spesso è proprio chi si concede uno sfizio con consapevolezza a godere di migliori parametri ematici rispetto a chi, pur mangiando solo “cibi sani”, vive in un costante surplus calorico e porta in giro più massa grassa di quanto dovrebbe.

La dose fa il veleno. E anche la medicina.

La frase è di Paracelso, ma vale più che mai oggi: non esiste alimento innocente o colpevole in assoluto. Anche l’olio extravergine di oliva, che ha proprietà benefiche dimostrate, se usato in eccesso contribuisce a un surplus calorico. Lo stesso vale per frutta secca, avocado, miele e tutti quegli alimenti che vengono spesso etichettati come “sani” o “anti-infiammatori”.

Un esempio semplice?

  • 1 gelato = 200-300 kcal.
  • 1 abbondante ciotola di frutta secca “salutare” = anche 600-700 kcal.

Capisci bene come non sia il tipo di cibo a creare squilibrio, ma l’eccesso, l’abitudine, la frequenza.

La piramide alimentare ce lo ricorda da sempre. Ma nessuno l’ascolta.

La piramide alimentare è ancora oggi uno strumento valido per impostare un’alimentazione equilibrata:

  • Alla base: frutta, verdura, cereali integrali, acqua.
  • Al centro: legumi, pesce, uova, latticini, carni magre.
  • In cima (e non da demonizzare!): dolci, snack, bevande alcoliche o zuccherate.

Il messaggio è chiaro: non serve eliminare nulla, ma inserire ogni alimento al posto giusto, nella frequenza adeguata, all’interno di un contesto attivo e sano.

Vuoi davvero ridurre l’infiammazione cronica? Parti da qui.

  1. Raggiungi (o mantieni) il normopeso: il grasso in eccesso, soprattutto quello viscerale, è tra i principali promotori dell’infiammazione sistemica.
  2. Muoviti ogni giorno: anche una camminata, un allenamento adattato, bastano per innescare cambiamenti profondi.
  3. Mangia vario, semplice, bilanciato: non inseguire superfood o cure miracolose.
  4. Concediti qualcosa che ti piace, ogni tanto: un gelato, una fetta di torta, un aperitivo. Se il resto della settimana è ben strutturato, non rovineranno nulla.

🔍 In sintesi:

  • Non esistono cibi “infiammatori” di per sé.
  • Esiste uno stile di vita che o favorisce la salute, o la danneggia.
  • Una dieta troppo rigida può fare più danni di un gelato mangiato col sorriso.
  • Se sei normopeso e attivo, un piccolo sfizio non è un problema. È equilibrio.

🧠 E se vuoi smettere di inseguire la perfezione e iniziare a costruire un’alimentazione davvero sostenibile…

Parliamone.
Scrivimi per iniziare un percorso personalizzato, senza estremismi, ma con basi scientifiche solide e un obiettivo reale: farti stare meglio.

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