
Se hai la sclerosi multipla – o conosci qualcuno che ce l’ha – è naturale chiedersi:
“Perché il mio corpo si comporta così?”
“Che cosa sta succedendo nel mio cervello?”
Questa non è una domanda da medici. È una domanda da persone.
E merita una risposta chiara, onesta, ma rigorosa. Provo a dartela.
🔬 Quando il sistema immunitario si confonde
La sclerosi multipla è una malattia autoimmune: il sistema immunitario, invece di difenderci, attacca strutture del nostro stesso corpo, in particolare la mielina, cioè il rivestimento dei nervi nel cervello e nel midollo spinale.
Immagina il sistema nervoso come una rete di cavi elettrici rivestiti da plastica isolante. Nella SM, il sistema immunitario comincia a mordere questa plastica, lasciando i fili scoperti. Il segnale elettrico non passa più bene. A volte rallenta. A volte si blocca del tutto.
Ma non succede per caso.
🧬 Tutto comincia fuori dal cervello
Nel sangue e nei linfonodi, alcune cellule del sistema immunitario – in particolare le cellule T – smettono di distinguere ciò che è “nemico” da ciò che è “sé”. Succede in persone con una predisposizione genetica (come alcuni alleli HLA) e dopo eventi scatenanti: il più noto è l’infezione da virus Epstein-Barr.
Queste cellule T “impazzite” riconoscono come nemici alcuni componenti della mielina. E decidono di agire. Superano la barriera emato-encefalica (una sorta di filtro di sicurezza del cervello) e iniziano a fare danni.
💥 L’infiammazione nel cervello
Una volta dentro il sistema nervoso centrale, le cellule T:
- rilasciano sostanze infiammatorie (citochine),
- richiamano cellule B (che producono anticorpi contro la mielina),
- attivano macrofagi e microglia che aggrediscono la mielina come se fosse un’infezione.
Nascono così le placche visibili alla risonanza magnetica, le stesse che interrompono la trasmissione dei segnali tra il cervello e il resto del corpo.
🧠 Non è solo la mielina: è anche il neurone
Con il tempo, l’infiammazione cronica colpisce anche gli assoni (i prolungamenti dei neuroni) e persino i corpi cellulari.
Questo è il punto critico: la neurodegenerazione.
Nel tempo, anche se l’infiammazione si riduce, i neuroni possono morire per esaurimento, anche per alterazioni nei mitocondri, le “centrali energetiche” della cellula.
Ecco perché le forme progressive della SM sono più difficili da trattare: non si tratta più solo di fermare l’infiammazione, ma di rallentare una degenerazione già in corso.
📚 Cosa dice oggi la scienza
- Uno studio su Science (Bjornevik et al., 2022) ha confermato un legame forte tra virus Epstein-Barr e sviluppo della SM.
- Altre ricerche (Lancet Neurology, 2018; Nature Reviews Neurology, 2021) mostrano che le fasi iniziali sono dominate da autoimmunità, mentre quelle progressive sono più neurodegenerative.
- Si sta studiando anche il ruolo del microbiota intestinale, che potrebbe influenzare la risposta immunitaria.
🌱 E quindi… cosa possiamo fare?
La SM oggi non ha una cura definitiva, ma esistono terapie che rallentano la progressione.
E c’è di più: l’alimentazione, l’attività fisica e la gestione dello stress non sono “rimedi magici”, ma possono ridurre l’infiammazione di base, migliorare la qualità della vita e rafforzare il corpo e la mente.
Sono parte attiva del percorso. E io, oltre a lavorarci ogni giorno, lo vivo in prima persona.
💬 Vuoi capire cosa puoi fare tu?
Se hai la SM e vuoi scoprire come nutrizione e allenamento possono aiutarti ad affrontarla meglio, scrivimi.
Posso aiutarti a costruire un percorso personalizzato, concreto e – soprattutto – sostenibile.
Non si tratta di combattere ogni giorno. Si tratta di imparare a vivere meglio, giorno dopo giorno.
Buongiorno Dottore,
Sono arrivata al suo profilo instagram per caso.
Sono una ragazza di 39 anni, mamma di un bimbo di 3 e da un anno e mezzo mi è stata diagnostica la sm.
Sarei interessata ad avere più informazioni sul piano alimentare e di movimento correlato alla patologia, e al servizio da Lei offerto.
Grazie
Elisa
Buongiorno Elisa ti ho inviato una mail.